Belial - Se li facessimo passare, permettendogli di raggiungere il paradiso, estingueranno le fiamme demoniache all’interno e che circondano l’inferno, che vengono e sono opera del loro regno e dalla loro dimensione.

Il nostro diavolo ambasciatore che è andato in nostra vece, perché fossimo al sicuro da eventuali imboscate, ad ascoltare tali proposte da parte loro non ha capito questo cosa comporta. Ma sono sicuro che noi tre lo sappiamo tutti molto bene.

Il Paradiso sarebbe cancellato mentre noi dell’inferno, senza fiamme, ci potremmo sostituire a loro. Diventeremmo il Paradiso. Ma ci pensate?

Anche tu Lucifero, avresti in una maniera non canonica e senza neanche bisogno di scomodarsi quello che hai sempre voluto. Perché di fatto se si verificassero entrambe le cose, ovvero se il Paradiso si estinguesse e l’inferno prendesse il suo posto, tu Lucifero che sei il capo dell’inferno diventeresti di fatto Dio. Che è il tuo obiettivo. -

Belz. - Ascoltalo Lucifero, tutto combacia con i miei calcoli provati e comprovati. -

Lucifero guardandolo di lato con un occhio aperto e uno chiuso - Siete seri? -
Belial & Belzebù all’unisono - Certo! -

 

Lucifero ingrandendosi a dismisura per l’ennesima volta, che come abbiamo imparato a conoscerlo significa che ha perso nuovamente le staffe - Ma brutti bifolchi che non siete altro! L’inferno non può sostituirsi al Paradiso! Le anime dannate, i diavoli, noi compresi abbiamo bisogno del fuoco demoniaco per epurarci da quella parte di demone che è in noi. Siamo diavoli non demoni. -

Poi, come al solito si ingrossa a dismisura prendendo in ciascuna uno dei due diavoli. Fiamme tutto intorno al corpo, corna gigantesche e occhi iniettati di sangue che gli fumano, voce gutturale e proferisce: 

- Con degli alleati come voi quasi non so che farmene del mio rancore verso il paradiso. A volte penso che non so cosa ho commesso di peggio oltre ad andare contro il volere del Dio creatore. Perché immagino dovrò aver fatto qualcosa di ben peggiore per meritarmi di avere al mio fianco dei consiglieri come voi.

Adesso tornate all’inferno! Comandate di alzare il livello della fiamma demoniaca che lo avvolge e poi ficcateci anche voi e gli altri diavoli, dentro assieme ai dannati per tutto il prossimo periodo. Fino a mio contrordine. Ora! -

Belial & Belzebù se ne vanno.

Megafono: “Chi sono io per giudicare gli altri. Sento me stesso minimizzare o non reagire bene.”

 

Lucifero torna alle sue solite dimensioni.

Adesso però gli serve una distrazione. Dopo tutto quello che ha appena passato.

Non tutti sanno che vi è un tacito assenso tra Lucifero e il Paradiso. Poiché essi sono fatti in modo da aspettare e rimanere in ascolto in qualsiasi momento di un suo pentimento e ritorno tra loro. Vi è quella specie di postilla o zona neutra, che precede il momento di una eventuale richiesta di perdono, che da un certo punto di vista potrebbe essere considerata come una falla alla sua reclusione all’inferno. In quanto gli permette di tanto in tanto di fare un viaggio in Paradiso. Come se il diavolo fosse in procinto di pentirsi. Ma senza arrivare a farlo. Ovvero tornando all’inferno appena prima. Questa cosa con il tempo è diventata una concessione per cui i vertici del Paradiso sono consapevoli e chiudono un occhio.

Una volta arrivato in Paradiso, superato il portone del Santo Pietro, Lucifero passeggia gironzolando. Evitando ogni possibile contatto con gli altri abitanti del Paradiso.

 

Probabilmente lui avrebbe la voglia e l’intenzione di dialogare in particolar modo con alcuni arcangeli che erano più vicini a lui e di cui continua ad alimentare e conservare nella sua mente, almeno il minimo ricordo e rispetto per delle loro qualità esuli dalla dimensione religiosa. Con una certa nostalgia.

Però, come scritto, si è sempre trattenuto in passato. Così si trattiene anche in questa occasione. Sicuro di fare la scelta giusta.

Comunque la sua passeggiata nel regno divino non è completamente a vuoto. Come ogni volta in cui si trova nel regno dei celi, vi è solo un angelo che contatta.

 

All’inferno si tramanda una leggenda che è condivisa da tutti i diavoli al pari di un credo religioso. La leggenda della Fenice.

Secondo questa convinzione popolare, tramandata da diavolo a dannato, tra tutti gli attuali angeli del Paradiso vi è un’eccezione.

Un essere mitologico che dal regno dei demoni, dei mostri e del caos è riuscito, dapprima a passare nell’inferno, successivamente a tornare sulla terra sotto mentite spoglie e poi riuscito dalla sua ultima vita terrena a meritarsi il Paradiso.

L’unico essere ad aver vissuto un siffatto percorso. Altro non si tratta se non dell’incarnazione della Fenice. Ora uno degli Angeli del Paradiso.

Dopo che la fenice si è resa meritevole, quando era un animale mitologico tra i demoni, di essere ripescata dalla specie di competizione segreta che è stata bandita unicamente dal Paradiso stesso. Le menti dell’inferno sono state cancellate della sua memoria a riguardo. Comprese le menti degli altri angeli caduti, tranne quella di Lucifero.

Per contattarla Lucifero pone entrambe le mani in segno di preghiera. Recita il nome da Angelo di colei che prima della vita terrena era considerata Fenice.

Lucifero, in fondo e per lo meno durante le sue sporadiche visite in Paradiso, si preoccupa di Fenice.

Le dà le informazioni del proprio passato. Perché non vuole che facciano a lei e le capiti di essere bandita allo stesso modo che è successo a lui. La vede come se fosse se stesso.

E la Fenice gli dà qualche informazione attuale sul paradiso, di rimando.

 

Questa volta però Fenice esordisce con una conferma ad un suo sospetto - Lucifero, la proposta da parte del regno del caos era tutta una prova architettata dal Paradiso sin dall’inizio. Il fatto di essere contattati dai demoni, ricevere quella proposta di estinguere il fuoco demoniaco e fargli annientare il paradiso. è stato tutto architettato dai tuoi ex-compagni arcangeli in precedenza. Se aveste accettato vi avrebbero annientato questa volta con il “cannone celeste”. -

Lucifero - Come affermava il romano Cicerone “Nessuna nuova, buone nuove”.

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