C'era qualcosa, nella mia immagine riflessa nello specchio, che quella mattina non mi convinceva. Non riuscivo a capire cosa, ma avvertivo nell’insieme un particolare insolito. Sembrava tutto normale. Mi ero soffermato a lungo sul mio corpo perfettamente in forma.

Avevo appena 80 anni (allora la vita media era di solo 150 anni e già intorno ai 100 si cominciavano ad avvertire i primi sintomi di decadimento fisico). Lo specchio mi rimandava in 3D la mia immagine. Il display confrontava l’altezza e le misure del mio corpo con quelle ideali, erano quasi perfette. “Complimenti” mi aveva detto lo specchio.

Mi ero strofinato più volte l'occhio davanti con il dorso della mano centrale, mentre con la sinistra mi lavavo i denti e con la destra mi pettinavo. Niente. Sembrava tutto a posto. Mi ero avvicinato di più alla mia immagine riflessa nello specchio. La mia pelle, liscia al tatto come la superficie dello specchio, era del solito colore bianco avorio che andava di moda in quell'anno. Me l'ero scelta così perché si abbinava bene al colore naturale dei miei capelli, il verde oliva.

Allora cosa non andava? Avevo digitato sulla tastiera il tasto '?'.

Lo specchio mi aveva rimandato l'immagine ingrandita del mio polso sinistro. Accidenti, ecco cosa era. Avevo ancora al polso lo Swatch che mi ero comprato nel viaggio fatto la sera precedente. Non l'avevo notato subito perché era bianco avorio come la mia pelle.

Ero rabbrividito al pensiero del rischio che avevo corso. Le disposizioni per i viaggi nei diversi luoghi e tempi parlavano chiaro. Prima di tornare a casa, bisognava spogliarsi completamente di ogni oggetto. Pena il rischio di restare intrappolato nel tempo e nel posto visitato. Mi era andata bene.

Aveva digitato in fretta sulla tastiera 18 marzo 2015, Milano, Italia, pianeta Terra. Mi ero tolto lo Swatch e lo avevo lanciato nello specchio che nel frattempo era diventato buio. In pochi secondi lo Swatch si era dissolto come neve al sole. Subito dopo avevo premuto ‘reset’ e lo specchio aveva ripreso a mostrare la mia immagine normale.

Tutto sotto controllo! L’anomalia era stata rimossa.

“Tutto perfettamente normale!” Mi ero detto guardandomi allo specchio con l’occhio davanti e sorridendomi da tutte e tre le bocche sul torace.

 

 

 

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