Blefaroplastica, è un qualcosa che mi ha sempre colpito, e infatti spesso ci ritorno. Ovviamente è strano: chi ti colpisce andrebbe semmai evitato, ma sappiate che non tutti i colpi fanno male, alcuni fanno bene, nel senso che fanno meno male, cioè che non dolgono come quelli scagliati un istante prima; e poi ci sono diverse gradazioni di male, dicono che il dolore a volte fortifichi: quante fortezze sono state edificate dal dolore, o meglio sorte per via del dolore? Posar pavimento per arginar patimento.

Non tutto il male vien per nuocere, recita un adagio popolare: il punto è capire qual è la parte di male che fa bene e qual è la parte di bene che fa male; se ci riflettete un attimo è un po’ la storia della nostra vita: insomma, riflettiamoci o almeno rispecchiamoci. In ogni caso, circa i colpi della blefaroplastica, preciso che mai si è trattata di una gragnuola incontenibile, di una tracimazione di nocche, di un’esondazione di piedi, talloni e stinchi. E mai mi sono affannato di questi colpi ad addossar a taluno la colpa. Niuno mi ha colpito, disse Polifemo con il suo occhio guercio. Avete notato che oggidì si cerca sempre e comunque un colpevole? Che si tratti del riso di un bambino o della scorribanda di un equino, è necessario additare, perlustrare, inquisire. E lo si fa non tanto per trovare il vero responsabile, ammesso che tale verità sia verificabile, quanto per collezionare una messe di responsabili posticci, o anche solo impostori, o piuttosto innocui caporioni, da cui attingere per pacificare gli animi incolpevoli.

Ritornando ai colpi, l’esperienza insegna semmai ad attutirli o ancor meglio a distribuirli, prima la botte e poi il cerchio si dice; peraltro non si capisce perché il cerchio, un cotal sinonimo di perfezione, debba subire dei colpi; un conto è colpire la botte, anzi farci a botte, un conto è percuotere qualcosa che non esiste – il cerchio, almeno quello perfetto, mica esiste in Natura, e ve ne prego non evocatemi Giotto e i suoi pennarelli - insomma sono due conti diversi ma forse si paga uguale, e in fin dei conti cosa succede? Che tornano; e se non tornassero? In genere, col favor della serva, si ritorna al tema delle botte, che a quel punto son da orbi, e nella fattispecie non si vede più la risposta.

 

Ma sto divagando, la blefaroplastica si diceva. Il termine di per sé è smaccatamente ostico. E’ un ostile smacco, insomma ti senti un po’ sotto scacco con parole del genere: che bisogno c’è di ricorrere a lemmi astrusi, a fonemi inascoltabili e a morfemi amorfi; ne abbiamo piene le tasche – e non sapremmo come fare, se non cucirne di nuove - di parole incomprensibili, desuete, antiquate, per non parlare (ma trattandosi di parole dobbiamo parlarne) di quelle annacquate, antidiluviane, che al solo sentirle affoghi, annaspi, anneghi in acque di ferina sostanza, frammezzo creature i cui nomi propri sono talmente impronunciabili che mai ardirebbero emergere dagli abissi. In breve che bisogno c’è di tecnicismi, solipsismi, arcaismi, e come tacere della voglia irrefrenabile dei sinonimi, e naturalmente dei rispettivi contrari. Intendo, perché mai dovremmo arricchire le nostre frasi di sfumature, colori, tinte, note, ecc., quando tutto possiamo fare e tutto possiamo dire con una manciata di vocaboli, una cinquantina al massimo, e mal che vada, se ne siamo un po’ a corto, ci esprimiamo a gesti, ma vi pare?

La blefaroplastica, si diceva. In effetti l’approccio è davvero arduo. La prima parte evoca un inganno, un trucco, un bluff per dirla tutta. Un buon bluff è il principe di ogni millanteria. Si bluffa al gioco e si bluffa nella vita, e le due cose soffrono d’interdipendenza, ossia il gioco altro non è se non un’attività preparatoria alla vita: i cuccioli di fiera simulano per gioco micro battaglie e zuffe che replicheranno nell’età adulta; gli infanti edificano ponti e ninnano bamboline, il tutto per imitare mamme e papà che nella vita già si sanno destreggiare. Il gioco quindi come palestra per la sopravvivenza, come biglietto da visita per la vita.

Ma perché bluffiamo, e cosa centra con la plastica?

Oddio, la plastica tutto sommato è il bluff per eccellenza: da decenni ci dicono che la plastica va dismessa, che inquina al sommo grado, che è inespugnabile dall’ambiente, che cagiona massacri di pesci, che intasa le correnti, in una parola che ne verremo sepolti vivi. Eppure è sempre lì, semmai è in forte aumento e debole è l’opposizione: se la minoranza non funziona, la maggioranza straborda, proprio come la plastica. Ma tanto non frega niente a nessuno, del resto ci dicono che ce n’è molta riciclata; campeggia su scaffali e scansie di magazzini e bazar stracolmi di merci, che sgomitano e berciano per un centimetro di spazio, per aver la loro vetrina, insomma per sopravvivere come si diceva prima. E chissà se tutto questo vaniloquio di oggetti e utensili gradisca davvero esser riciclato. In fondo con il riciclo si smarrisce la propria anima, la propria identità, ci si ricicla in qualcosa d’altro: non sei più tu, organizer per il trucco di bambina felice, ma diventi uno sportellino per il frigo dove deporre carni surgelate e altre ghiottonerie. E del resto, non ci si ricicla anche nella vita? Devo rifarmi una vita, si dice, anzi quante volte lo si dice? Quante vite rifatte ci sono in giro? Quante volte ci si rifà, non solo di riffa ma anche di raffa, a questo o a quello? Pare proprio un giro di vite, o forse un viatico per l’immortalità.

Quel che sia, val la pena chiarire: il riciclo va bene, come il biciclo e il monociclo, va bene quello dell’aria, poi alla fine di un ciclo se si ricomincia non può che esserci il riciclo, leggasi i corsi e i ricorsi della storia, e così via. Ma mi domando, quanti ricicli si può fare con la plastica, e quanti risciacqui? Temo non in eterno e l’effetto ammorbante rimane, e si dilata, e invade non solo i corsi e ricorsi d’acqua, ma anche prati e tratturi, mari e città bidone.

Tutti i racconti

1
3
13

La Ministeriale

27 September 2025

Dopo decine di concorsi pubblici con esito negativo, sulla posta elettronica certificata di Ilaria arrivò il risultato di un bando del Ministero di Giustizia. La missiva era una convocazione per l’assunzione a tempo indeterminato presso una cancelleria. Fu assegnata al Tribunale di Cassino. Seguirono [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Sofia85: Il testo è lineare, ma, confrontandolo con l'altro racconto "La [...]

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like
    Si avverte un certo disagio nel narratore, una svogliatezza forse [...]

0
0
3

BLEFAROPLASTICA - 1/2

Esercizi di coabitazione tra nonsense e umorismo

27 September 2025

Blefaroplastica, è un qualcosa che mi ha sempre colpito, e infatti spesso ci ritorno. Ovviamente è strano: chi ti colpisce andrebbe semmai evitato, ma sappiate che non tutti i colpi fanno male, alcuni fanno bene, nel senso che fanno meno male, cioè che non dolgono come quelli scagliati un istante [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

5
5
27

Storia di Uccellino

26 September 2025

Era scolpito nella memoria il giorno in cui sua moglie portò a casa Uccellino. Era una mattina, lei lavorava in giardino ed era rientrata con in mano questo minuscolo volatile dalle piume colorate. Forse era un piccolo, dato che non sembrava saper ancora volare. O forse aveva qualche problema, [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • BrunoTraven: a me è piaciuto hai trasformato un raccont che pareva uscita da una [...]

  • L. Carver: Carissima Ondine, non sempre si riesce a risultare gradevoli con storie grottesche... [...]

3
2
29

SOPRAVVISSUTO E CONTENTO 3/3

26 September 2025

Sul cellulare avevo trovato traccia delle varie chiamate tra cui quelle di Anna. Quando fui in grado di parlare in maniera comprensibile, decisi di chiamarla. — Pronto, Stefano sei tu? — Si, Anna sono io, mia sorella mi ha detto che hai chiamato. Volevo ringraziarti e rassicurarti sulle mie condizioni. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

7
10
37

Ballarò

Esercizio di scrittura creativa - i non luoghi

25 September 2025

Atterrammo a Punta Raisi in perfetto orario. Ci trasferimmo in un albergo situato in pieno centro e, dopo aver pranzato, la guida ci diede appuntamento per le 17 davanti alla hall. La gola mi ricordò che lì, sull'isola, sfornavano dolci tra i più saporiti del pianeta e granite più famose del [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Ciao Teo. Letteralmente, sarebbe il liquore ottenuto dalle patate, considerato [...]

  • Dax: Racconto gradevole.Like

3
2
21

SOPRAVVISSUTO E CONTENTO 2/3

25 September 2025

Avevo creduto che Giusy fosse tra le due quella sveglia ma dovetti ricredermi e concludere che lo erano entrambe. Vista l’ora tarda, prendemmo un taxi, lei per tornare a casa, io per proseguire verso la mia pensione. Prima di salutarci presi nota dell’indirizzo del suo negozio e ci scambiammo i [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
10
28

Il Re cieco della strada! 2/2

Quando l’amore guida più della vista

24 September 2025

"Dove sei, ragazzo?” chiese Luis con voce colma di emozione, come un bambino in un negozio di giocattoli. "Son… qua, signore. Voleva vedere qualcosa?” Il ragazzo si morse subito la lingua: la gaffe lo fece arrossire fino alle orecchie. Avrebbe voluto sotterrarsi. Ma Luis non ci fece caso: erano [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

3
2
30

SOPRAVVISSUTO E CONTENTO 1/3

24 September 2025

La storia che voglio raccontare potrebbe iniziare con la scoperta dell’inganno che il mio socio Roberto stava tramando ai miei danni, ma credo sia meglio procedere con ordine, perché questa è la ragione meno importante che mi ha spinto alla decisione che avrei preso in seguito. Meglio raccontare [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
9
46

Il sig. P. e la Cencia dall’occhio blu

Storia tragicomicamente vera, ovviamente romanzata. Per chi non l'avesse capito, la Cencia dall'occhio blu sono io :-)

Miu
23 September 2025

Il sig. P. - ovvero Peppino de Tontolonis - aveva settantotto anni, ex impiegato del catasto, con una carriera passata tra mappe, visure, timbri e acari. Non aveva titoli ufficiali, ma si vantava di una laurea sulla conservazione dell’asinello sardo, ottenuta – a suo dire – durante una conferenza [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

3
2
43

Il Re cieco della strada! 1/2

Dove il cuore corre libero

23 September 2025

"Clara, è per domani, lo hai promesso.” Clara era seduta in cucina a sferruzzare. Aveva finto di dimenticare la promessa fatta a suo marito Luis, che da quattro anni era completamente cieco. Luis stava sulla sedia a dondolo, con i due gatti di casa accoccolati su di lui: formavano una coppia di [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

3
5
33

Il mare d’autunno e il sorriso del futuro

22 September 2025

Guardava il mare dalla scogliera. Ogni tanto, uno sbuffo d’onda riusciva a lanciargli addosso qualche goccia d’acqua fredda e salata. Era novembre. Non c’è niente di più malinconicamente affascinante del mare in autunno. Pensava alla sua vita. A come fosse arrivato fin lì. Forse qualcosa si poteva [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Miu: Devo dirlo: quel post-it sul frigo è da manuale… altro che armi [...]

  • Paolo Romano: Scusate il ritardo! Ma soprattutto grazie per i commenti che fanno sempre super [...]

3
13
38

Carla 2/2

22 September 2025

Il tassista è un tipo strano: quando sono già in autostrada lui comincia a parlare e le dice: — Che cos'è quella cosa che al mattino ha quattro gambe, a mezzogiorno due, alla sera tre? Che profondità, eh! — e ride. Lei rimane sbigottita, non sa cosa dire. La porta a destinazione e in cambio non [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

Torna su