Frank guardò Thomas implorando il suo aiuto, così l’uomo si propose di raccontare tutta la storia partendo dalle origini, Jenny ascoltò tutto dalle braccia di uno dei sicari del Don, doveva capire anche lei in che cosa era capitata. Tutti rimasero in silenzio. Finito il racconto, lo Zio rimase seduto nel suo sgabello davanti a Frank. Guardò pensieroso il pavimento, sicuramente stava riflettendo su ciò che avrebbe fatto di lì a pochi minuti. Alla fine, Don Calogero riemerse dai suoi pensieri, si alzò con un profondo sospiro, andò da uno dei suoi uomini, lo fissò, poi sempre con quella sua camminata compiaciuta si portò davanti ai due amanti, dal cappotto estrasse una pistola e la puntò contro di loro.

«Zio!» esclamò Thomas a voce alta, il Don si volse a guardarlo stupito: «Ti prego. Non davanti alla bambina, ha dovuto subire anche troppo per stasera, falla portare via da uno dei tuoi uomini, qui fuori c’è la mia macchina non farle assistere a ciò che hai intenzione di fare» disse con occhi supplichevoli al Don che lo guardò corrugando la fronte, come se lo stesse pesando, poi fece un cenno a uno dei suoi, e portarono via la bambina che prese a strillare per non essere portata via, Thomas la rassicurò, le disse di non preoccuparsi e che tra un po’ l’avrebbe raggiunta e riportata a casa.

«Grazie, Zio» disse Thomas al Don.

Una volta che Jenny fu portata in macchina, il boss si rivolse di nuovo verso i due amanti, puntò l’arma contro i due che si tennero per mano tremando come foglie.

«Dunque...» esordì Don Calogero guardandoli in faccia.

«Come ben sapete...», proseguì dopo qualche secondo «nella nostra famighia vige un codice d’onore che va rispettato... per chiunque... questa legge: vieta di far del male in qualsiasi maniera a anime innocenti come i bambini... ad esempio... Ora, valutando la situazione, mi trovo costretto mio malgrado a dover punire i trasgressori di questa nostra normativa».

Frank cercò di parlare ma venne subito interrotto dallo Zio: «Frank, perché non sei venuto da me, ne avremmo parlato insieme e avremmo risolto la questione, senza ulteriori complicazioni o danni collaterali. Mi deludi, molto. Quanto a te, mia cara Susan...» continuò Don Calogero puntando l’arma contro di lei:

«Ma scusate, non avete appena detto che non bisogna far del male ad anime innocenti?», chiese lei con aria instupidita.

«Sì! È vero, l’ho detto, ma tu non lo sei. Ti sei approfittata di quest’uomo... e questo non è bello. Per dirtela tutta, mia casa Susan... Tu, non mi sei mai piaciuta» disse il Don.

«Oddio, no, ti prego! Jimmy...» disse la donna.

«Ecco, ti ci voleva una pistola perché finalmente cominciassi a chiamarmi col mio nome» disse Tudesky sempre più sconvolto.

 

«Fermi tutti, che nessuno si muova, tutta l’area è circondata! Patrick O’ Grady agente dell’FBI!» disse un uomo sbucato dal nulla con una pistola in mano mostrando il suo distintivo.

«Patrizio! Come stai? Benvenuto alla festa, ti dispiace se finisco quello che stavo facendo, così possiamo parlare con calma... E poi, scusami tanto, ma l’area non può essere circondata, ci sono già i miei uomini a circondarla, che fai mi pjgghi p’ ‘o culo» disse il Don divertito.

«Don Calogero ‘U Spadazzaru, finalmente ci vediamo faccia a faccia, sarà un gran piacere per me sbatterti in galera» disse lo sbirro beffardo «Possibile che l’area sia circondata, ma è te che tengo sotto tiro» concluse l’agente.

Era in minoranza e anche se avesse messo fuori combattimento il Don i suoi uomini l’avrebbero sicuramente eliminato, pensò Thomas. Non sapeva che fare, stare fermo o intervenire? Nella sala piombò il silenzio, tutti si guardavano in faccia studiandosi in attesa di un movimento. Senza farsi notare Thomas infilò la mano in tasca e impugnò la pistola, poi si accorse che su un’impalcatura c’era un uomo che teneva sotto tiro lo sbirro con una pistola e senza troppi complimenti, freddò l’agente con colpo in fronte. Il sicario scese dall’impalcatura poi guardò il boss che si complimentò con lui:

«Bravo Carmine, accussì mi piaci... Magari la prossima volta, non ci pensare troppo, lo sai che non mi piace improvvisare» disse il Don dando uno schiaffetto sulla guancia del sicario che scoprì essere il figlio del Boss: «Scusa Pap... Non ero in una buona posizione» disse Carmine.

«E ora... dove eravamo rimasti... ah! Sì, a voi due, mi spiace davvero tanto. Se conoscete qualche buona preghiera è giunto il momento di dirla, perché l’ora è tarda e bisogna andare a dormire».

Diede un minuto ai due poi li freddò entrambi, dopodiché puntò la pistola verso Thomas e avvicinandosi lo guardò fisso negli occhi. Thomas stringeva la pistola di Frank nella tasca della sua giacca, avrebbe potuto sparare, ma in pochi secondi si sarebbe ritrovato come il poliziotto e i due amanti. L’unica cosa che voleva era tornare casa.

«Zio! Ecco, questa è la pistola che aveva Frank, è stato sparato un solo proiettile che è stato rimosso dalla sua gamba» spiegò Thomas al Boss.

Il Don prese la pistola dalle sue mani, poi chiese: «Tu sei il padre di quella picciotta, vero?»

«Sì. Sentite Zio, io di quello che è successo questa sera non ho visto niente, chiedo solo di riportarmi la bambina a casa e dimenticare questa storia» si affrettò a dire Thomas.

«Certo, certo, non ti succederà niente, ti comportasti bene e agisti per il bene di tua fighia e chisto io lo apprezzo molto, davvero. La famighia prima di tutto, spero non ti dispiaccia...» proseguì l’uomo indicando i corpi dei due.

«No» rispose sinceramente e lui si fece una grassa risata.

«Mi è dispiaciuto per Frank, mi ci ero affezionato ma tu mi capisci: ho dovuto farlo...» si giustificò il Boss.

«Certo, comprendo perfettamente» annuì Thomas guardando in faccia l’uomo, che a sua insaputa aveva fatto colpo sul Don, che lo fissava dritto negli occhi, Thomas sostenne il suo sguardo ed ebbe ancora l’impressione che lo stesse pesando.

«Bene, puoi tornare a casa ora, ma voglio che tu mi faccia un favore»

«Certo Zio, ditemi» disse Thomas tranquillo.

«Mi fa piacere sentirmi chiamare “Zio” si vede che conosci il gergo della famiglia e voglio chiederti se per caso domattina puoi venire nel mio ufficio, si trova al bar di Salieri, Carmine ti dirà dove si trova esattamente. Verrai?» chiese Don Calogero ponendomi una mano sulla spalla.

Annuii e l’uomo sorrise portandosi il sigaro alla bocca e riponendo l’arma nella fondina.

«Bene!» esclamò dando una gran manata sulla spalla di Thomas «a domani allora.»

Carmine si avvicinò e gli consegnò un bigliettino da visita da mostrare a un certo Antonio, poi gli spiegò ciò che doveva fare.


CONTINUA...

Santiago Montrés

Tutti i racconti

4
2
17

La Selva Oscura : lo strano caso dell'Ovivorus montanae

14 August 2025

Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l'etterno dolore, per me si va tra la perduta gente. Dante, Commedia, Canto III, 1-3 Lo strano animaletto del Montana di Angela Thatcher, Divulgative Paleontology, Settembre, 2034 Un piccolo mammifero, lungo appena 15 centimetri e del peso di [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

5
4
15

Lucia

14 August 2025

Eh sì, la storia di Lucia la conoscono tutti in paese, non ne parlano volentieri perché dicono che i morti vanno lasciati in pace, però se incontri la persona giusta e la lasci parlare, puoi stare sicuro che prima o poi il discorso cadrà sulla storia di Lucia. Cambia addirittura il tono della voce, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Ornella: Racconto che tiene inchiodati dal susseguirsi delle emozioni davanti a fatti [...]

  • Ondine: Con il mistero si inizia e con il mistero si finisce, in un susseguirsi di [...]

1
1
7

Lo strano caso della signorina C. (2 di 3)

14 August 2025

Concetto, però, non era niente affatto femmina, anzi lui non sapeva neanche che per lo Stato era un individuo diverso da come appariva. E non se ne avvide se non quando divenne adulto. Per dirla tutta, Concetto aveva sofferto non poco l’imposizione di quel nome piuttosto raro, vuoi perché appunto [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

2
2
16

Lo strano caso della signorina C. (1 di 3)

13 August 2025

Ildebrando Farnesi, a dispetto dell’altisonante nome e dell’illustre cognome, era in realtà un uomo semplice, per non dire sempliciotto. A dire il vero, la sua casata era stata potente in epoche remote; tuttavia, manteneva ancora una certa influenza nel paesino di Roccafelice e solo in virtù di [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

2
2
28

Caschi il mondo

13 August 2025

Era un bel pomeriggio di ottobre a Viareggio. Scesi dall'autobus e mi diressi verso la casa di Franco. Suonai il campanello. Come si aprì la porta me lo vidi davanti. Non riuscii a dire le parole che mi ero preparata. Per l'emozione buttai subito fuori il rospo. “Ciao” dissi entrando “Cosa ci fai [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like.
    Se qualcuno cerca in questa storia originalità, di certo [...]

  • Vittorio: si hai ragione non ci sono tratti originali, d'altronde volevo raccontare [...]

1
2
15

Il capo 3/3

12 August 2025

Naturalmente gli unici che avevano qualche probabilità di farcela eravamo io e Lorenzo, perché eravamo gli unici maschi, anche considerando Lorenza che era una specie di maschietto sotto le sembianze di una femmina. “Ci scambieremo le parti una volta alla casa, non voglio che rischi solo tu”, affermò [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

0
1
13

I 5 cavalieri prescelti: da eroi a mostri

Storia di invenzione di David, 12 anni.

12 August 2025

In principio c'erano due bambini: Gesù e Florian. Crebbero e col tempo le loro strade si divisero, perché fra i due era nato e si era sviluppato l'odio a causa delle loro visioni discordanti sul mondo. Gesù era dedito all'amore e alla creazione, come suo fratello Florian che però non si curava [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

2
2
20

Il capo 2/3

11 August 2025

Fino ad allora avevamo giocato agli indiani con una specie di capanna gialla che avevamo sistemato sul suo balcone. Gli era stata regalata da suo padre per il compleanno, ma era così stretta all'interno che ci si poteva stare al massimo in due e in piedi. Naturalmente erano solo Enrico e Lorenza [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

1
4
19

Ricordi

11 August 2025

A volte riaffiorano all’improvviso, i ricordi dico, e strabordano come un bicchiere d’acqua troppo pieno. Non puoi fare a meno di bagnarci le labbra per poi berli fino in fondo, tutti in un sorso, perché sono troppo dolci, amari o salati per smettere. I tuoi di dove sono? Tutti i genitori sono [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: Comitato Liberazione Sogni?
    Geniale!
    E, raccontami, te ne prego, i [...]

  • Libera: è una sindrome senza cura... il cui esito è... faustissimo! 🤣🤣

4
4
29

Arena 3/3

10 August 2025

«Ben tornato signor Marcus.» La giovane infermiera lo salutò con la consueta gentilezza mentre gli sfilava il visore integrale scoprendogli il volto. Ripose l’attrezzatura sul ripiano della base emittente e con del cotone umido gli massaggiò delicatamente le tempie dove l’apparato di realtà virtuale [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • An Old Luca: Grazie Paolo e Dario.
    Temo che la divisione in parti pregiudichi un poco [...]

  • Ondine: Molto dolce e coinvolgente.

1
4
28

Il capo 1/3

10 August 2025

Mi sono alzato di buon'ora stamattina. Di professione faccio il geometra e lavoro per il comune: sono stato incaricato di fare un rilievo di una casa di campagna, disabitata da anni, che si trova vicino al vecchio cimitero. Osservo la facciata dell'edificio cadente e mi pare che assomigli ad una [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
26

Arena 2/3

09 August 2025

Si udì un breve scampanellio. Marcus riconobbe il suono che aveva accoppiato, sul suo comunicatore, all’arrivo di una richiesta di un selfie celebrativo da parte di un ammiratore. Inviò con un veloce gesto la foto predisposta con la sua firma e, riprese: «Anche questo, vedi? Dove è finita l’interazione, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

Torna su