La nebulosa si era formata dall’esplosione della supernova. I caldi gas che la costituivano erano tanto finemente mescolati che, dall’interno, essa appariva omogenea. Non vi erano né cielo né terra né acqua, soltanto una mescolanza quasi uniforme di tutti gli elementi, un fango primordiale nel quale non era possibile distinguere alcun movimento né quindi parlare di tempo. Il tempo scorreva tuttavia fuori dalla nebulosa, là dove esistevano soli che definissero sistemi di riferimento.

In realtà le cose erano di poco ma significativamente differenti da come le abbiamo raccontate. La nebulosa primordiale possedeva un confine e quel bordo costituiva una rottura dell’omogeneità. E altre piccole disomogeneità erano a malapena apprezzabili: qui un piccolo eccesso, lì un minuscolo difetto di massa.

Nel corso di svariati eoni percepibili soltanto dall’esterno, il lavoro incessante della gravità approfondiva e amplificava queste piccole disomogeneità. Dal Caos primigenio segregarono vuoti e pieni, il Cielo e la Terra o Urano e Gea furono chiamati. E questa fu la prima generazione degli Dèi,

Quando iniziarono a guardarsi, Urano e Gea si resero conto di essere i soli abitatori della nostra porzione di universo. Non sappiamo se si piacessero o no, ma in ogni caso furono attratti l’uno dall’altra. Questo moto reciproco diede vita a Crono, il Tempo, che iniziò a scorrere più o meno come noi sappiamo.

Si dice che un’incudine impiegasse nove giorni per coprire la distanza tra Cielo e Terra. Non sappiamo di quale velocità fosse capace Urano ma, secondo Esiodo, Urano e Gea si congiunsero spesso. Dapprima generarono i sei figli che furono poi noti come i Titàni, Oceano, Iperione, Ceo, Crio, Giapeto e Crono, e le sei figlie dette Titànidi, Teia, Rea, Mnemosine, Febe, Temi e Teti. I Titani e le Titanidi erano giganteschi, ma in tutto e per tutto simili a noi. Urano considerava la sua prole una spiacevole conseguenza della sua libido e impose a Gea di occultare alla sua vista i figli che pur gli aveva generato. Seppur malvolentieri, ella acconsentì.

Le cose peggiorarono quando Gea diede alla luce i Ciclòpi, possenti creature con un solo occhio al centro della fronte. Bronte, dal fragore del tuono, Sterope, come il lampo abbagliante che accompagna i fulmini,  e Arge, questi i loro nomi. Per volere di Urano furono relegati dentro il vulcano Etna dove impararono a fondere e lavorare i metalli.  

Infine Gea partorì gli Ecatonchiri o Centimani, Briareo, Cotto e Gige. Alla vista dei cinquanta colli e delle cento braccia di Briareo e dei suoi fratelli, Urano provò sgomento: cosa sarebbe potuto accadere se ognuna di quelle mostruosità avesse brandito cinquanta spade e cinquanta scudi? Gea fu costretta a relegare gli Ecatonchiri nel suo andito più recondito, in quello che fu poi chiamato Tartaro, tanto profondo che un’incudine lasciata precipitare dalla superficie di Gea impiegherebbe nove giorni a raggiungerlo. 

La madre Terra non era disposta ad accettare il destino dei suoi figli. Così, in gran segreto, chiese ai Ciclòpi di forgiare una grande falce per sé e armi di ferro crudele per i suoi Centimani. Nascose Crono nella sua vagina in modo che questi, alla vista del padre che tornava per accoppiarsi, potesse evirarlo. 

Dopo il delitto, Crono lanciò lontano la falce con cui aveva mutilato il tristo genitore. Si formò così quello che sarebbe stato poi il porto di Zancle, o Messana. I genitali di Urano cadendo, si unirono all’acqua del mare in prossimità dell’isola di Cipro. Da quella spuma ebbe i natali Afrodite, la dea bella e terribile. Il sangue del Cielo, ricadendo su Gea, ancora generò i Giganti e le leggiadre ninfe Meliadi. Ultime a nascere dal sangue e dal desiderio di vendetta di Urano furono le venerabili Erinni, Aletto, Megera e Tisifone, la cui chioma è costituita da serpenti e la cui furia perseguita urlante quanti compiono crimini efferati.

Questa fu la seconda generazione degli Dèi. I Titani e le Titanidi elessero il divo Crono loro re. Egli fu misericordioso con i Ciclòpi che furono liberi di allontanarsi dalle fiamme dell’Etna e tuttavia preferirono rimanere nei paraggi, dove il fuoco del vulcano alimentava le fucine. Non fu altrettanto liberale con gli Ecatonchiri, che invece lasciò nel Tartaro, là dove Urano li aveva confinati. Persino il re degli Dèi temeva quei mostri. La sorte del Cielo non ci è nota, talune fonti asseriscono che molto tempo dopo la castrazione egli si aggirava vagolando per la Terra e insegnava agli Uomini come coltivare i campi e allevare gli animali.  

Tutti i racconti

2
4
25

Solo una bambina

18 August 2025

Di me amerò sempre la fanciullezza. La speranza, che alla fine è davvero l’ultima che se ne va. Quegli occhi lucidi un tempo di sogni e ambizioni, che oggi appaiono sfocati sotto il peso dei tormenti. L’ingenuità che ancora mi caratterizza dopo tanto, la schietta sincerità che troppo spesso mi [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Mandy Wotton: Grazie mille, Paolo e Lau!
    A volte mi lascio trasportare dal travolgere [...]

  • zeroassoluto: Ciascuno di noi interroga il bambino lontano, che malgrado tutto, resiste ancora [...]

2
3
10

Pensieri

Vas
18 August 2025

Sensazioni e pensieri sono la stessa cosa. È che non mi convince che il pensiero sia razionale, non mi convince la parola razionale. Razionale è allora un concetto con poche regole, un pensiero veloce e pratico alla sopravvivenza. Razionale invece dovrebbe essere tutto ciò che noi abbiamo, il motore [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Lo Scrittore: non sono la stessa cosa, non possono esserlo. al limite le sensazioni possono [...]

  • Rubrus: Come dice chi mi ha preceduto, le sensazioni non sono pensieri, ma derivano [...]

1
1
12

Il Capanno dei cacciatori

"Dove l’uomo onorava il bosco"

18 August 2025

Il Rito del Capanno dei Cacciatori Il Rito del Capanno dei Cacciatori Ascoltate bene, perché questo non è un racconto come gli altri. È la storia di un momento sospeso tra la fine e l’inizio, tra l’estate che si ritira e l’autunno che avanza con passo deciso. In un angolo nascosto del bosco, c’è [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

2
3
18

Vita Digitalis et Aliae Evanescentiae

Con prefazione di Prof. Eusebio Rognoni

Miu
17 August 2025

Prefazione all’Edizione Metropolitana di Prof. Eusebio Rognoni – Direttore dell’Istituto per le Narrazioni Post-Mortem e le Identità Immaginarie, sede di Cavernozza in Selvis La Famiglia De Funebris non è solo un insieme di personaggi. È una genealogia deviante, una saga poetico-burocratica ambientata [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • zeroassoluto: Heu! Nonnumquam redeunt et
    carminibus iocantur.
    Bene narras...

  • Miu: Non mi dire che stanno anche qui😂

3
5
22

Confessione

17 August 2025

“Papà ho una cosa molto importante da dirti”. La voce mi uscì flebile. Mi avvicinai alla finestra e spostai una lunga tenda blu che impediva ad uno splendido sole di fine Maggio di illuminare a dovere la stanza. La prima cosa che notai affacciandomi alla vetrata fu un incantevole prato inglese [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

3
6
22

Vi racconto in breve tre storie d'amore parallele.

Tra contrasti familiari e finali in tragedia,

17 August 2025

L’amore, spesso dolce e luminoso, può anche rivelarsi oscuro e tragico, specialmente quando i legami familiari si intrecciano con le passioni dei cuori innamorati. Le storie di Piramo e Tisbe, Giulietta e Romeo, e la leggenda del Giovane Vesuvio e di Capri offrono un affresco di amori impossibili, [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • zeroassoluto: Bravo Gennarino, che ci ricorda tre storie d'amore finite in tragedia.
    Adesso [...]

  • Rubrus: Dove si dimostra che le trame, gira e rigira, sono sempre le stesse, e voler [...]

4
6
27

La scrittura

16 August 2025

La scrittura è terapia la nostalgia porta via. Il tempo ferma nuovi orizzonti apre piacevole calma farà sentire. Con la punta sottile d'inchiostro intrisa la penna sul foglio si lascia trascinare in mille rivoli ornati e ondulati. Come incantevole danza la fantasia lascia piroettare e sogni [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

3
7
26

Domenica 31/8/2025 last kiss (2/2)

16 August 2025

Un’ora dopo, al bar, seduto al solito tavolino con vista sulle scale dell’entrata, Sandro legge l’edizione cartacea del suo giornale preferito e non si accorge che una bella signora è appena scesa e si dirige verso di lui, da dietro gli mette le mani sul viso e gli domanda: «Chi sono?» «Troppo [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

2
3
21

L'ombrello

16 August 2025

Pioveva quel giorno, ma cosa potevo farci? L’uscita era programmata da giorni e rinviare e pazientare ancora per vederla, io non ci riuscivo. Dieci minuti prima dell’orario concordato mi eri piazzato sotto l’albero prestabilito per l’incontro. Pioveva già dal mattino, e presi il mio ombrello fortunato. [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Adribel: Che bel racconto, di quelli che fanno sognare!

  • zeroassoluto: ... dietro di me un colorato ombrello rosa si era palesato sulla mia testa...
    "Sembri [...]

5
6
38

Pasta reale

15 August 2025

A volte nel fondo buio delle serate estive c'è un arcano silenzio. Nell'umidità cavernosa delle ventitré solo qualche piccolo gruppuscolo di giovani rompe il ritmo cantando a squarciagola canzoni che non riconosco. E a quei canti risponde un abbaiare guerriero di cani da giardino, che s'accaniscono [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • zeroassoluto: Ciao Sandro!
    Per prima cosa ti ringrazio immensamente...
    "Perché" [...]

  • Sandro Amici: Già questo appunto è un degno racconto, che mi ha scatenato un [...]

3
6
19

Un grande amico

15 August 2025

Dopo una giornata in ufficio, avevo proprio voglia di fare due passi. Camminavo senza meta, con lo sguardo basso e le mani in tasca. — Ninuzzo! Uè, Ninuzzo! Mi volto. Un uomo sulla cinquantina si avvicina con passo deciso. Ha un completo bianco un po’ appariscente, camicia nera sbottonata fino [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • CURZIO LUCANO: Grazie per i commenti. Mi fa piacere sapere che non sono l'unico smemorato [...]

  • Camillina: Bello! Mi ricorda di non essere la solo a non ricordarmi niente.😜

3
8
16

Domenica 31/8/2025 last kiss (1/2)

15 August 2025

Sono arrivato tardi, dopo le nove il parcheggio è un incubo, io stavo pensando di mettere la macchina sotto alle fresche frasche, invece già è tanto se trovo un angolo ombreggiato, i ricordi del passato ti fanno fare delle imbecillità senza pari, il posto dove andavo al mare quando ero piccolo, [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • zeroassoluto: Bravo Dario... siamo proprio noi, personaggi attempati che hanno smesso di [...]

  • Dario De Santis: Grazie a tutti, domani cercherò di rassenerarvi, non è tutto [...]

Torna su