Come tutte le mattine, alle sei in punto, Salvatore il custode del palazzo nobiliare Paparo nel centro storico di Napoli, si dedicò alle pulizie del cortile e dello spazio davanti al portone. Un paio di colpi di scopa e poi buttò tutto per strada, un budello dove il sole faticava ad arrivare e l’umidità regnava incontrastata. Finita l’incombenza si mise a fumare la pipa nel suo gabbiotto, ma qualcosa stonava nella solita quotidianità. C’era un elemento che gli creava disagio, ma non sapeva identificarlo e questo lo innervosiva. Alzando lo sguardo per dare un’occhiata alla facciata del condominio notò qualcosa che lo colpì.    

A uno dei balconi del primo piano mancava la gabbietta con il canarino. Per la prima volta in sette anni, la mano discreta del Signor Cesare non aveva messo fuori la voliera con l’uccellino. Cesare era un signore distinto e riservato che dimostrava sessanta anni o poco più e, senza dubbio, non era napoletano. Salvatore lo aveva visto sempre di sfuggita: un tipo solitario che usciva la mattina presto e rincasava, quando era già buio. Non s’intratteneva con nessuno, nemmeno per un saluto, quando incrociava qualcuno si limitava a un gesto con la mano a capo chino e proseguiva. Anche durante l’estate, quando tutti i balconi erano aperti per il caldo, il suo restava sempre chiuso. Non riceveva visite e la sua cassetta della posta era desolatamente sempre vuota.
I pettegoli del palazzo avanzavano le più strane teorie su quel misterioso personaggio. Dicevano fosse un nobile decaduto, ritiratosi in casa per la vergogna del suo attuale stato d'indigenza. Alcune signore invece, più melodrammatiche, credevano in una storia d’amore finita male: magari la moglie lo aveva lasciato e si era rifugiato in un posto sconosciuto per poter soffrire lontano da tutti. I giovani ipotizzavano uno scenario criminale, forse era dedito a traffici poco leciti e preferiva passare inosservato. 

Non solo i residenti del condominio, ma anche quelli dei palazzi limitrofi erano curiosi di scoprire la verità su quell’uomo, alto e magro come un chiodo. Il suo comportamento era in netto contrasto con quello dei napoletani, sempre aperto, curioso ed eclettico. Salvatore aveva il suo bel da fare per tenere a bada le persone che andavano da lui di continuo a chiedere informazioni su quella persona. Proprio mentre pensava al volatile mancante, vide arrivare di corsa il ragioniere Sposito, ‘o chiattone do terzo piano”, come lo chiamavano alcuni inquilini. Un tipo mite e pavido, sempre in apprensione e dalle mani sudate. Il ragioniere, nonostante la sua stazza notevole, avanzava a grandi passi, ansimando e tossendo in preda a una vistosa agitazione. Temendo qualche inconveniente, Salvatore gli andò incontro.

«Prego ragioniere accomodatevi, calmatevi, siete tutto sudato, non c’è motivo di correre così, vi può far male. Oh Madonna, guardate in che stato siete, vi verrà una bronchite se vi si asciuga il sudore addosso.»
«Don Salvatore - disse l’altro sempre ansimando, – stavo leggendo il giornale e a un certo punto ho visto la foto di uno che si è impiccato, che impressione! Non si vedeva bene perché ripresa da lontano, ma era comunque terribile.»
«Ci credo, un morto impiccato non è una cosa facile da guardare… Ma lo conoscevate? Era un parente? Ve la siete presa un po’ troppo non vi pare?»
Intanto le persone per strada erano accorse, conoscevano il ragioniere e vederlo in quelle condizioni non era uno spettacolo abituale.
«Cos'è successo?»  Chiedeva uno.

«Perché è tutto sudato?» Domandava un altro.

«Salvatore voi ne sapete niente?» Interrogava un terzo. E via così.
«No non so niente, se vi levate forse il poveretto riuscirà a dircelo. Fatelo calmare, che diamine, così gli togliete l’aria. Ragioniere riprendete fiato, non vi preoccupate ci penso io a questi impiccioni.»
«Grazie Salvatore, ma che vuole da me questa gente? Sto bene, ho solo un po’ di fiatone per la corsa che ho fatto. Come vi stavo dicendo, prima di andare al lavoro, tutte le mattine compro il giornale all’edicola vicino alla stazione della metropolitana. Questa mattina la foto che ho visto nella cronaca della città mi ha scosso più del previsto.»
«Eh ci credo: un morto impiccato - replicò il custode -, fa impressione!»
«Il fatto è che il morto era uno che noi conosciamo bene.»
«Davvero? Uh mamma mia e chi era? Dite ragioniere dite.»
«Il nostro inquilino misterioso, Cesare! A quel punto non ho voluto sapere più niente, ho chiuso il giornale e sono tornato indietro. Oggi non vado al lavoro, voglio sapere tutto: leggeremo insieme l’articolo.»
«Come mi dispiace. Non posso dire che lo conoscevo bene, ma in ogni modo era uno di noi, del nostro palazzo… Che dite ragioniere, vi siete calmato? Vogliamo leggere la notizia?»
«Come no, sono venuto apposta.»
Dopo aver allontanato i curiosi, i due si misero fianco a fianco col giornale aperto davanti.
Misterioso suicidio ieri mattina nella zona di Bagnoli, all’ingresso del Circolo Ilva. Alcuni operai che stavano smontando dal turno di notte, hanno avuto la sgradita sorpresa di trovarsi davanti il corpo di un uomo impiccato alla cancellata dello stabilimento. La vittima era un volto noto nella zona, uno dei più vecchi guardamacchine abusivi del quartiere. Era una persona, a detta di tutti, cordiale e gentile. La sua presenza fissa al parcheggio dello stabilimento, aveva portato molti a pensare vivesse lì. La polizia al momento non ha scoperto il suo reale domicilio, dai documenti che aveva addosso però risulta coniugato e residente a Macerata. Le prime ipotesi degli inquirenti sono orientate verso il suicidio, magari indotto da una crisi depressiva da solitudine. Si ipotizza che sia venuto a Napoli dopo una separazione della consorte per allontanarsi dalla pietà di amici e parenti e che avesse ripiegato su quel lavoro provvisorio. Il fatto che si sia ucciso lontano dalla sua città, conferma questa ipotesi. In qualche modo ha voluto mantenere una sua dignità anche nel momento di maggior sconforto.” 
Salvatore e il ragioniere finirono di leggere l’articolo, si guardarono negli occhi senza commentare limitandosi a ripiegare il giornale. 

Dopo un lungo sospiro, il custode chiamò il figlio per dirgli di chiudere mezzo portone in segno di lutto.
«Vieni Nicolì. Aspetta, il ragioniere sta scrivendo un biglietto che devi mettere sul portone.»


  "Chiuso per la morte del nostro amato amico don Cesare."

 

 

Tratto da “Cronache Napoletane” di Lorenzo Barbieri

Tutti i racconti

3
2
21

Il mistero dei gelati molli

16 December 2025

Da quando è in pensione Ernesto ha scoperto che le giornate sono lunghe, ma le sere lo sono di più. Per questo ha inventato un rito, una piccola cerimonia personale che nessuno gli può contestare: alle nove in punto si mangia un gelato. Alle nove esatte, non un minuto prima, non un minuto dopo. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like.
    Ad un racconto all'apparenza così banale, che per rendere [...]

  • Rubrus: Un racconto "comodo" come una serata sul divano davanti alla TV, [...]

2
1
19

Una certa dignità

La gabbia del Signor Cesare

16 December 2025

Come tutte le mattine, alle sei in punto, Salvatore il custode del palazzo nobiliare Paparo nel centro storico di Napoli, si dedicò alle pulizie del cortile e dello spazio davanti al portone. Un paio di colpi di scopa e poi buttò tutto per strada, un budello dove il sole faticava ad arrivare e [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

3
2
29

CENTRALE PARANOICA 9

HARD STONED BOY

15 December 2025

Hi, qui è la centrale paranoica. Non va benissimo, hanno fiutato l’intruso e mi cercano. Non sanno chi sono, cosa sono e che faccio, così ad ogni buon conto ci provano a sterminarmi. Intanto hanno sigillato lo Psychotronic e sparso una specie di DDT digitale tutt’attorno all’area... E che mai [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like.
    scrivi bene e lo sai.
    Ti piace provocare scandalizzare se [...]

  • Dax: Un racconto eccentrico. Fatico a comprenderne il senso..Like

3
4
36

Prima di casa

15 December 2025

«Mio Dio! Ancora tre ore di macchina devo fare!» pensò, lo sguardo fisso sulla strada oltre il parabrezza. Il tramonto incendiava il paesaggio di un rosso vivido: sarebbe stato romanticissimo goderne accanto alla sua compagna, magari con un drink in mano. Invece eccolo lì, solo, a guidare verso [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Dax: bello, intenso...mi spiace per il protagonista 😢.
    like

  • Rubrus: Come dicevo, rieccomi. Devo dire che per un habituè del genere avevo [...]

4
7
40

Carta straccia

14 December 2025

Guidavo quella Cadillac diroccata, che sbuffava fumo grigio. Avevo lasciato Billy, mi inquietava parecchio. Stava al quindicesimo piano con il suo strano gatto siamese, quello con una splendida eterocromia iridea. Aveva cambiato la serratura di casa almeno tre volte, ma qualcuno era riuscito a [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
4
31

Pensieri sulle persone

Intrusione nella mia testa in un venerdì sera

14 December 2025

Da piccola m'immaginavo come la protagonista di un film, nel quale tutto e tutti mi ruotavano intorno. Fantasticavo nel vederli seduti al cinema che guardavano la mia vita di tutti i giorni sul grande schermo, ridendo e commentando ciò che dicevo e facevo. Poi, crescendo, l'ego si ridimensiona [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Riccardo: benvenuta, ed un buon esordio.
    cerca un nick rispetto all anonimato 🤗
    identifica [...]

  • Smoki: Per fortuna le relazioni mutano assieme alle persone. Se rimanessero sempre [...]

2
4
39

La creatura 2/2

13 December 2025

Un giorno Maria stava esaminando uno di quei reperti ed era completamente sola, immersa nella meditazione su quei segni incisi. Quando, a un tratto, sentì dei suoni: una musica disarmoniosa, del tutto fuori da ogni schema armonico. Poi vide che qualcosa si era mosso nella parete — o era la parete [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

4
4
33

Mio nonno

13 December 2025

Ognuno di noi vive o vivrà la propria morte, io vivo ogni giorno la morte degli altri. Sai nonno, il primo morto che ho visto eri tu, avevo sedici anni, ti ricordi? Ti avevano sistemato in una bara-frigo nella tua stanza al piano terreno dove impagliavi le sedie, era il tuo laboratorio. In quella [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Smoki:
    Questo nonno con gli occhi chiari e le mani magiche mi ricorda un po' [...]

  • GustavLebo: Grazie a tutti. Smoki ti ha steso forse perche è tutto vero.

4
4
33

Il tempo e il profumo

12 December 2025

Oggi c'è il sole. Marco guarda Miriam. Sono in un giardino seduti su una panchina. L'aria è fresca, piacevole come lo sono le mattine di primavera inoltrata. Il sole colpisce il loro viso. Sono fermi a guardarsi. Lui si avvicina al volto di lei, ne percepisce il leggero profumo che la avvolge. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Rubrus: Sulle panchine, Peynet docet. Quanto al ricordo del profumo e in genere degli [...]

  • Dax: Triste ma capita spesso...si cambia e non ci si riconosce più. like

4
6
36

La creatura 1/2

12 December 2025

Lettera del 3 maggio 19.. Mia cara Maria, scrivo dopo giorni di insonnia e febbrile agitazione. Gli scavi presso il sito di Khor-Amun si sono rivelati ben più strani di quanto potessi immaginare. Ho rinvenuto strutture che non combaciano con alcuna civiltà conosciuta: angoli che non dovrebbero [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Smoki: Ecco. Ora mi tocca coscrivere gli amici per giocare ad Arkham Horror o alle [...]

  • AliDiNotte: Grazie a tutti per i commenti. Smoki è proprio l'effetto che voglio [...]

3
4
39

I due gemelli

11 December 2025

«Aprimi…» disse una voce roca dall’esterno. Quando, quella notte, aprii la porta, trovai mio fratello sorridente. «Ho portato una cosa...» Rovistò nella borsa e lasciò cadere una massa giallastra sul pavimento. Sapevo cos’era, ma glielo chiesi lo stesso. «Che cos’è?» «Non la riconosci? L’ho presa.» [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Walter Fest: Per i miei gusti 5 minuti di lettura erano troppi, forse dovevi essere piu' [...]

  • Dax: bello, triste.Like

12
17
78

La Caccia

11 December 2025

Terzo giorno. Le tracce sono chiare, la preda è vicina. Respiro il fresco del mattino spronando il cavallo nel guado. Eccolo, laggiù in riva al fiume, ignaro della mia presenza. Lo chiamo, si gira pistola in pugno ma io sono più veloce. Mia è la vendetta. NdA: una nota per contestualizzare [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

Torna su